Dacia Maraini: Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia, Kartoniert / Broschiert
Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia
- Verlag:
- Rizzoli, 11/2024
- Einband:
- Kartoniert / Broschiert
- Sprache:
- Italienisch
- ISBN-13:
- 9788817190640
- Artikelnummer:
- 12401322
- Umfang:
- 336 Seiten
- Gewicht:
- 222 g
- Maße:
- 197 x 128 mm
- Stärke:
- 18 mm
- Erscheinungstermin:
- 26.11.2024
- Serien:
- Rizzoli , BUR Contemporanea
- Hinweis
-
Achtung: Artikel ist nicht in deutscher Sprache!
Klappentext
È il 1943. Dacia è solo una bambina di sette anni e vive in Giappone con la sua famiglia. Fosco, il papà, insegna all'università di Kyoto, e la mamma Topazia e i bambini sono ben integrati nella società nipponica. Sono gli anni finali di una guerra che ha sconvolto il mondo, tutti sognano la pace e sentono che sta per essere messa per iscritto la parola fine al conflitto. Ma la vita di Dacia cambia drasticamente quando Fosco e Topazia si rifiutano di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò e la famiglia Maraini viene portata in un campo di concentramento per "traditori della patria". Improvvisamente la quotidianità diventa prigionia, fame, malattia e attesa, ma soprattutto il bisogno di battersi per sopravvivere. Vita mia è il racconto tirato fuori dal cassetto della memoria di una bambina innocente, di anni terribili e dolorosi, ma anche della forza della speranza, coraggio e fedeltà di un'intera famiglia, divenuta simbolo della Storia per aver lottato contro la sua parte peggiore. Dacia Maraini torna indietro nel tempo insieme al lettore per raccontare l'orrore del campo di concentramento, riuscendo a intessere il ricordo vivido e toccante dell'innocenza dell'infanzia e del coraggio di non dimenticare.
Biografie
Dacia Maraini, geb. 1936 in Florenz und bis 1946 in Japan aufgewachsen, lebte danach erst in Palermo, jetzt in Rom. Nach journalistischen Anfängen erschien 1962 ihr erster Roman, und bereits 1963 'Zeit des Unbehagens' als zweiter. Für ihn erhielt sie den 'Prix Formentor'. Bis heute zieht sich das Thema Emanzipation beinahe leitmotivisch durch ihr Werk.